Daniele RICCI, la battaglia per il naturale

Daniele Ricci, una storia avvincente!

Come altre storie caratteristiche dei Vignaioli Tortonesi, quella di Daniele Ricci è sicuramente avvincente, e racconta il successo che deriva dal cambiamento.

Dal Casellante al Vignaiolo.

E’ esattamente questa la storia di Daniele, che un bel giorno decide di abbandonare la routine del suo impiego in Autostrade, e dedicarsi a tempo pieno all’attività che conduceva già con il papà nei momenti liberi, diventando nel breve uno dei riferimenti assoluti per quanto riguarda il Timorasso dei Colli Tortonesi.

Cantina Ricci, storicamente cascina San Leto.

Esiste già dal 1929, a Costa Vescovato, quando nonna Clementina e nonno Carlo la vivevano come azienda agricola a tutto tondo, affiancando ai filari le bestie e il grano.

La naturalità grazie al figlio Mattia.

Daniele ha smesso di usare prodotti chimici nelle sue vigne, contro il parere di molti, grazie al figlio Mattia: osservandolo giocare nei dintorni delle viti trattate: non volle più impedirgli con delle scuse di non poterci correre in mezzo in sicurezza, quindi decise di passare al metodo completamente biologico.

I dettagli della svolta naturalistica a “Km 0”.

Questa svolta arriva al suo culmine con la realizzazione di una tettoia, proprio nel vigneto, sotto cui trovano posto, interrate, 3 anfore da dieci ettolitri di produzione toscana, in cui l’uva viene diraspata e vinificata a “Km 0”, non filtrato, non chiarificato, ottenuto solo con lieviti indigeni, come nel 1929!

di D.Bosowski.

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