Storia del Timorasso

La storia del Timorasso nasce in una regione di grandi vini rossi, dove è raro trovare un vitigno a bacca bianca che generi tanto successo e entusiasmo.

Dal Medioevo in poi, fino al XIX secolo circa, il Timorasso gareggiava spalla al spalla con il Cortese di Gavi per aggiudicarsi il titolo di vitigno a bacca bianca principe del Piemonte.

Se ne parla già, nel corso del 1300, nel “Trattato di Agronomia” del famoso agronomo italiano Piero de’ Crescenzi e, soprattutto, sul finire del XIX secolo, precisamente nel 1885, nel “Bollettino Ampelografico” di Giuseppe Di Rovasenda, altro illustre protagonista della viticoltura italiana.

Trattato Viticultura


IL TIMORASSO

Il timorasso ha trovato il suo habitat naturale sui Colli Tortonesi, nelle vallate Curone, Grue, Ossona e in Val Borbera, grazie a terreni argillosi chiari, con una buona componente calcarea. Predilige le esposizioni soleggiate e riparate dai venti, che ne consentono la migliore maturazione delle uve.

Ha una produttività incostante, è molto sensibile ai marciumi e, durante le ultime fasi della maturazione, gli acini possono essere spesso attaccati da muffe.

Vitigno Timorasso

Il timorasso ha sempre dimostrato una scarsa adattabilità a condizioni climatiche diverse da quelle della regione di origine, a conferma della sua forte territorialità.

Proprio per queste caratteristiche, nel corso dei secoli, è stato lentamente abbandonato a favore delle uve a bacca rossa più produttive e meno delicate come barbera e croatina.

Sopravvissuto nei secoli, il timorasso ha seriamente rischiato di estinguersi quando, a partire dal secondo dopoguerra, l’abbandono delle campagne e l’aumento dell’interesse nei confronti dei vini rossi lo ha portato lungo un declino che sembrava essere inesorabile. 

WALTER MASSA E IL TIMORASSO

La sua salvezza ha avuto inizio, a partire dalla fine degli anni ‘80 dello scorso secolo, grazie all’impegno e all’intuizione di un giovane e allora sconosciuto vignaiolo, Walter Massa.

Il suo grande impegno, rapidamente affiancato da quello di suoi numerosi colleghi, ha portato a una seconda primavera di questo vitigno che attualmente riscuote grande interesse sia in Italia sia all’estero.

Nel 1987 Walter Massa, decide di fermentare in solitaria il suo Timorasso, realizzando poco più di 500 bottiglie. Dal 1987 al 1997 Massa ha continuato a sperimentare e ad imbottigliare il Timorasso ma la vera svolta è arrivata nel 1997, quando ha imbottigliato il suo vigneto Costa del Vento, quello che ha impiantato nel 1990.

“Abbiamo sempre avuto una piccola quantità di Timorasso nei nostri vigneti ed erano ottime uve da tavola. Lo aggiungevamo anche al Cortese per fare un vino bianco che vendevamo in damigiana a commercianti di vino di altre parti del Piemonte e dell’Oltrepò Pavese”, racconta Massa.

CONSORZIO SOCI PRODUTTORI COLLI TORTONESI

A oggi si hanno circa 150 ettari di impianti, non ancora tutti in produzione e sono in programma di raggiungere quota 350 per il 2030, contingentando le autorizzazioni per poter permettere di governare la crescita.

E’ stato creato anche un Consorzio di Soci produttori dei Colli Tortonesi con la ferma volontà dei soci di lavorare per esprimere la massima qualità del vitigno e delle colline che da sempre ospitano le uve timorasso.

Questo porterà a brevissimo tempo alla nascita ufficiale della sottozona Derthona all’interno del territorio della Denominazione di Origine Controllata “Colli Tortonesi”.

Tale sottozona, che ricalca in gran parte il territorio della Doc, se ne differenzia, però, in alcuni aspetti essenziali.

La sottozona Derthona, infatti, è esclusivamente riservata al timorasso e comprende tutti i comuni dell’intera Doc ad eccezione del comune di Carrega Ligure; il dato innovativo – e di grande interesse – è che per ciascun comune è stata indicata una quota minima al di sotto della quale non potrà essere rivendicata la sottozona.

La resa massima in vigna dovrà essere non superiore ai 75q/ha con una densità minima di 4.000 ceppi per ettaro; inoltre, date le caratteristiche di struttura e corpo che caratterizzano tale vino è stato fissato un valore elevato di estratto secco minimo pari a 17 g/l che diventano 18g/l per la Riserva.

Il Derthona potrà essere messo in commercio a partire del giorno 1 settembre dell’anno successivo alla vendemmia; la Riserva, invece, potrà essere commercializzata solo a partire dal giorno 1 marzo del terzo anno successivo alla vendemmia.

La percentuale in volume di alcol minima dovrà essere del 12,5% per il Derthona e del 13% per la Riserva.